Lungo la Via della Seta: Uzbekistan e Turkmenistan di Delia Bocceda

Lungo la Via della Seta: Uzbekistan e Turkmenistan di Delia Bocceda

Lungo la Via della Seta: Uzbekistan e Turkmenistan

L’Asia Centrale è stata per lungo tempo uno spazio vuoto sulla carta geografica e ancora oggi per molti rappresenta un luogo sconosciuto, una regione sperduta situata chissà dove. Eppure queste terre, che nei secoli hanno avuto nomi come Transoxiana, Turkestan o Tartaria, sono state per due millenni un’importantissima zona di passaggio per mercanti in transito lungo la Via della Seta, per tribù di nomadi e conquistatori, collegando l’Europa e l’Asia e favorendo il trasferimento di idee, tecnologie e convinzioni religiose.
Se si dovesse fare una classifica delle città più interessanti dell’Asia Centrale, il podio spetterebbe a tre città dell’Uzbekistan: Samarcanda, Bukhara e Khiva. Nomi mitici che nell’immaginario collettivo richiamano alla mente carovane che si snodano nel deserto ed edifici che sembrano essere un tutt’uno con la sabbia che li circonda. Un grande patrimonio architettonico ed artistico, in cui tutte le opere sono permeate dalla storia crudele ed affascinante di questo paese, che si snoda dalla Makaranda di Alessandro Magno alla Samarcanda di Tamerlano, ai grandi khanati di Bukhara e Khiva.
Il Turkmenistan non presenta particolari siti di interesse archeologico o semplicemente artistico, ma è interessante da un punto di vista “antropologico”, in quanto il culto della personalità del Presidente assoluto (Turkmenbashi = padre dei Turkmeni), fondatore della Repubblica presidenziale dopo lo smembramento dell’Unione Sovietica, e dell’attuale suo successore, permea qualsiasi attività e vita sociale.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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